5° impegno

Prometto di:
Vivere la vita fraterna della Comunità, partecipando ai ritiri e alle assemblee di Cenacolo e, per quanto possibile, agli incontri generali indicati dalla Presidenza.

Dalla S. Scrittura:

“Ecco com’ è bello e com’ è dolce che i fratelli vivano insieme!” (Sl 132,1).

“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12).

 

Dallo Statuto:

2.5.1) “La Comunità in cui il Signore ha posto è il luogo dove, con la preghiera, si riceve quella forza interiore capace di unificare nell’amore e nella verità. L’unione e la concordia, l’amarsi l’un l’altro con docilità e umiltà, mentre fanno crescere in tutti i consacrati la fedeltà alla propria vocazione, saranno il segno della verità della propria risposta e sarà questa risposta a testimoniare, a creare e a fare progredire la comunione fraterna voluta da Cristo.”

 

Dai documenti della Chiesa:

“Dall’accettazione ammirata e grata della realtà della comunione divina che viene partecipata a delle povere creature, proviene la convinzione dell’impegno necessario per renderla sempre meglio visibile attraverso la costruzione di comunità piene di gioia e di Spirito Santo” (La vita fraterna in comunità n. 11).

 

Riflessione:

  • Prometto di vivere la vita fraterna della Comunità

L’impegno n. 5 è legato strettamente al punto n. 4 dove si promette la partecipazione settimanale al gruppo di fraternità. È come nelle parole del salmo 132,1: una volta scoperta la bellezza dello stare insieme nel nome del Signore, una persona vuole moltiplicare gli incontri perché il Signore dona benedizione e vita per sempre. È come nelle parole tratte da “La vita fraterna in comunità”: una volta che sei in comunione col Signore ti convinci che è irrinunciabile il desiderio di costruire una comunità che sia luogo di comunione e di gioia.

Fin dall’inizio del cammino della nostra comunità, i fratelli hanno potuto constatare che i momenti comunitari sono sempre stati di crescita per tutti, per dilatare i cuori all’accoglienza reciproca nel nome del Signore, oltre quindi i motivi di amicizia, di parentela, di simpatia o di vicinato. Talvolta può essere faticoso, ma è sempre bello per il Signore che i fratelli si ritrovino insieme. In ogni incontro comunitario si tratta di fare esperienza di Chiesa e di grazia: il Signore Risorto “presente in mezzo a noi” opera e crea unità e comunione. È necessario precisare che ogni momento comunitario è sostanzialmente diverso, ognuno ha il suo valore, ha caratteristiche proprie, insostituibili l’uno con l’altro.

  • partecipando ai ritiri e alle assemblee di Cenacolo …

Il ritiro di Cenacolo (e anche quello di Comunità) “ha la finalità di favorire e alimentare la crescita spirituale dei propri membri, col fare sempre più spazio al Signore e alla Sua Parola, e di permettere l’ascolto di ciò che lo Spirito Santo suggerisce in modo sempre nuovo per la vita personale, familiare, comunitaria, ecclesiale e sociale. È una sosta nel cammino, per una revisione di vita o un approfondimento dei propri impegni e della propria chiamata davanti al Signore” (Stat. 4.4).

  • L’Assemblea di Cenacolo. “In essa si approfondiscono argomenti di formazione, allo scopo di aiutarsi a trovare e seguire forme di vita e comportamenti ispirati dal contatto con la Parola di Dio, secondo il carisma della Comunità” (Stat. 4.5). “Inoltre favorisce la conoscenza fraterna nella carità, la condivisione e la revisione di vita del Cenacolo: con l’apporto costruttivo ed esortativo di tutti – che si deve sentire come un dovere e una responsabilità – si affrontano problemi particolari della vita cristiana.” (cfr. Dir. 4.5).
  •  e, per quanto possibile, agli incontri generali indicati dalla Presidenza.

Per incontri generali organizzati periodicamente dalla Presidenza si intendono: i ritiri di Comunità, le convivenze, gli esercizi spirituali, la festa del Vangelo e i pellegrinaggi. Sono momenti spirituali e fraterni molto forti perché in essi vengono convogliate tutte le realtà dei vari cenacoli. Nella convivenza si approfondiscono insieme determinati argomenti di interesse formativo e comunitario, nell’esperienza di alcuni giorni di vita comune, santificati dalla preghiera. La convivenza permette di incontrarsi, di conoscere le altre realtà di gruppi e di famiglie. Permette il dialogo e lo scambio fraterno, sia in modo informale e spontaneo, sia con momenti guidati. Gli esercizi spirituali (il Papa Giovanni Paolo II li consiglia ad ogni cristiano) sono un dare tempo a Dio, fare una revisione della propria vita per riscoprire la volontà di Dio su se stessi e la propria famiglia: in essi si ricerca, si scopre e si fa progredire la propria identità nella luce di Dio, la propria vocazione cristiana e particolare. I pellegrinaggi ricordano che non abbiamo quaggiù una città stabile, ma si cerca quella futura (cfr Eb 13,14); essere pellegrini appartiene alla struttura stessa della vita di fede. Consiste nel recarsi in un luogo legato alla devozione mariana o alla vita di un santo o ad una particolare devozione o presenza religiosa: da esso si riceve stimolo per la propria imitazione e preghiera.

Da ciò che si è detto si capisce che gli incontri proposti dalla Comunità si distinguono secondo due dimensioni: i ritiri e gli esercizi spirituali hanno un contenuto ascetico e di preghiera, perciò richiedono silenzio e raccoglimento. È più accentuata la dimensione “verticale” della vita cristiana, cioè l’incontro col Signore. L’assemblea, la convivenza, il pellegrinaggio realizzano anche la dimensione “orizzontale” della nostra vita religiosa, quella che porta verso i fratelli.

Ci sono poi iniziative particolari come le feste dell’ Annunciazione e della Visitazione che richiamano i misteri fondamentali ai quali si fa riferimento come Comunità.

Come si vede la Comunità si adopera in ogni modo per far crescere i propri membri. Non si può rinunciare a crescere: sottrarsi, per pigrizia o negligenza, a questi incontri comunitari di purificazione nella fede e di crescita nella carità, vuol dire rinunciare alla grazia che il Signore vuole dare in quel momento. Per crescere è importante trovare un terreno e rimanere stabili in un luogo: se è stato trovato di grazia non è bene cambiare e “svolazzare di qua e di là”, ma è bene vivere sino in fondo, con gioia e fedeltà, la propria collocazione provvidenziale.

 

Domande:

  • Riconosci che la Comunità si adopera in tutti i modi per farti crescere spiritualmente e come persona? Sei riconoscente al Signore per questo?
  • Sei collaborativo? Nelle occasioni di incontri comunitari ti senti impegnato in prima persona per una migliore riuscita dell’incontro? 

Riferimenti:

  • Scheda n. 25 per la formazione degli aspiranti.
  • Gli incontri comunitari Notiz. 56 pagg. 23-24.

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