Dicono i testi che presentano le icone d’Oriente: “Come la corte terrestre si raduna attorno all’imperatore o allo zar, così la corte celeste, nelle monumentali icone del registro principale dell’iconostasi, si raduna intorno a Cristo Signore” (cfr. “Icone e Santi” del Tradigo ed. Electa, pag. 248). I Santi circondano Cristo in trono, per intercedere con preghiere e suppliche. L’intercessione (o deesis) più semplice a tre figure (trimorfa) risale ai primi secoli dell’arte bizantina: Cristo è in trono, alla sua destra la Madre di Dio, a sinistra Giovanni Battista. Sono essi i più potenti intercessori presso Dio, e vengono rappresentati con le mani alzate in atteggiamento di supplica. Maria Santissima e san Giovanni hanno preparato insieme l’ingresso di Gesù nel mondo, e insieme preparano la Parusia (la manifestazione ultima) accompagnando le continue venute di “Colui che viene”! Questo dice la fede dell’Oriente cristiano, ponendo Maria, che sta come Regina alla destra del Re, e Giovanni Battista alla sinistra, prima di ogni altro santo, sopra la porta regale. Ma le stesse verità sono proclamate dalla nostra liturgia occidentale, mentre unicamente per questi potenti intercessori si vuole celebrare la natività terrena, con la scelta oculata del bellissimo tempo delle messi per San Giovanni e del tempo della vendemmia per Maria Santissima (evocando la gioia dello Spirito Santo e delle nozze). Occorre la presenza di Maria Santissima, che accoglie con pienezza di grazia tutto il Mistero che è “Cristo in Lei, speranza della gloria”, ma occorre anche l’annunciatore che indichi la Presenza e sveli l’Agnello pasquale che toglie il peccato del mondo. La verginità consacrata, per accogliere e rendere viva e vivificante la spirituale e divina fecondità, ma anche il ministero della Parola “che è Spirito e vita” (cfr. Gv 6,63): tutto questo è sempre necessario, sino alla fine del mondo, perché sia annunciato e venga con potenza il Regno di Dio. Gesù proclama il miracolo soprannaturale della castità perfetta per il regno dei cieli (Mt 19,12) come segno dell’irruzione di Dio, e della sua pienezza di grazia. Lo Spirito Santo condurrà la Chiesa nascente a raccogliere gli apostoli in un impegno evidenziato e incombente: “Noi ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della Parola” (cfr. At 6,4). Questa decisione apostolica di raccogliersi con tutte le forze e a tempo pieno in questo duplice compito “piacque a tutta la Chiesa di Dio” (cfr. At 6,5) e “così la Parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli” (cfr. At 6,7). Certamente la Chiesa nascente non poteva dimenticare il Signore, che nell’ultimo suo tempo terreno a Gerusalemme così aveva raccolto tutta la sua vita: “Durante il giorno insegnava nel tempio, la notte usciva e pernottava all’aperto sul monte degli Ulivi. E tutto il popolo veniva a Lui di buon mattino per ascoltarlo” (Lc 21,37s). Gli Apostoli, all’interno della comunità ecclesiale, sono decisi a voler seguire il Signore, che chiaramente vive le sue giornate pienamente raccolto nella preghiera, anche notturna, e nella predicazione. Certamente questo impegno per i sacerdoti piace all’assemblea del Signore e un carisma di vita così raccolto e custodito nella comunità cristiana, ne rimane “a fondamento” anche per la custodia e il fiorire di tutti gli altri necessari doni di Dio.