1° incontro

- Dal CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA (n. 1949)  

Chiamato alla beatitudine, ma ferito dal peccato, l’uomo ha bisogno della salvezza di Dio. L’aiuto divino gli viene dato in Cristo, per mezzo della Legge che lo dirige e nella grazia che lo sostiene: “Attendete alla vostra salvezza con timore e tremore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni” (Fil 2,12-13).

 

DECALOGO O DIECI PAROLE

(prima parte)

 

La parola “Decalogo” significa alla lettera “dieci parole” (Es 34,28; Dt 4,13; Dt 10,4). Queste “dieci parole” Dio le ha rivelate al suo popolo sulla santa montagna. Le ha scritte con il suo “dito” (Es 31,18) a differenza degli altri precetti scritti da Mosè. Esse sono parole di Dio per eccellenza. Ci sono trasmesse nel libro dell’Esodo e in quello del Deuteronomio. Fin dall’Antico Testamento i Libri Sacri fanno riferimento alle “dieci parole”. 

Il Decalogo si comprende innanzi tutto nel contesto dell’Esodo che è il grande evento liberatore di Dio al centro dell’Antica Alleanza. Siano essi formulati come precetti negativi, divieti (es. “non uccidere”), o come comandamenti positivi (“onora tuo padre e tua madre”), le “dieci parole” indicano le condizioni di una vita liberata dalla schiavitù del peccato. Il Decalogo è un cammino di vita con Dio che si impegna ad essere con il suo popolo: “Ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi” (Dt 30,16).

Le “dieci parole” riassumono e proclamano la legge di Dio: “Queste parole pronunciò il Signore, parlando a tutta la vostra assemblea, sul monte, dal fuoco, dalla nube e dall’oscurità, con voce poderosa, e non aggiunse altro. Le scrisse su due tavole di pietra e me le diede” (Dt 5,22). Perciò queste due tavole sono chiamate “la Testimonianza” (Es 25,16). Esse contengono infatti le clausole dell’Alleanza conclusa tra Dio e il suo popolo. Sono pronunciate da Dio durante una teofania (“Il Signore vi ha parlato faccia a faccia sul monte dal fuoco”: Dt 5,4). Appartengono alla rivelazione che Dio fa di se stesso e della sua gloria. Il dono dei comandamenti è dono di Dio stesso e della sua santa volontà.

Quando Salomone fece costruire il Tempio (inaugurato circa nell’anno 950 prima di Cristo), il luogo più santo e accessibile solo al Sommo sacerdote, dove si riconosceva la presenza stessa di Dio, era costituito dall’Arca con le due tavole, che fino a quel momento aveva accompagnato il cammino degli Israeliti: “I sacerdoti introdussero l’arco dell’alleanza del Signore al suo posto nel sacrario del tempio, nel Santo dei Santi, sotto le ali dei cherubini… Nell’arca non c’era nulla se non le due tavole di pietra, che vi aveva deposto Mosè sull’Oreb, dove il Signore aveva concluso l’alleanza con gli Israeliti quando uscirono dalla terra d’Egitto” (1Re 8,6.9).

 

- Un percorso dalla SACRA SCRITTURA

Facendo conoscere la sua volontà, Dio si rivela al suo popolo, nonostante che esso manifesti le sue resistenze e addirittura una immediata trasgressione. L’Alleanza che il Signore ha voluto stabilire con il popolo eletto e con tutti gli uomini è un dramma di rivelazione, di trasgressioni, di perdono e di nuovi interventi di Dio sempre più sorprendenti e immeritati.

 

COMANDI – TRASGRESSIONI – PERDONO – NUOVA LEGGE

Non siano come i loro padri, generazione ribelle e ostinata,

generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio” (Sal 77,8).

- Versione dell’Esodo

Es 20,1-21 – Rivelazione, prova, timore

Dio allora pronunciò tutte queste parole… Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano. Allora dissero a Mosè: "Parla tu a noi e noi ascolteremo, ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo!". 

Mosè disse al popolo: "Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e perché il suo timore vi sia sempre presente e non pecchiate". 

Il popolo si tenne dunque lontano, mentre Mosè avanzò verso la nube oscura, nella quale era Dio”.

 

Es 31,18; 32,1-35 – Mancanza di fede, perversione, supplica di Mosé, ira, nuova preghiera di Mosé, castigo, fedeltà alle promesse

Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio. 

Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, si affollò intorno ad Aronne e gli disse: "Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto"…

Allora il Signore disse a Mosè: "Va’, scendi, perché il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata!... Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di te invece farò una grande nazione". Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: "Perché, Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d’Egitto con grande forza e con mano potente?...  

Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo…

Quando si fu avvicinato all'accampamento, vide il vitello e le danze. Allora si accese l’ira di Mosè: egli scagliò dalle mani le tavole e le spezzò ai piedi della montagna…

Il giorno dopo Mosè disse al popolo: "Voi avete commesso un grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa". 

Mosè ritornò dal Signore e disse: "Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d’oro. Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato... E se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto!". Il Signore disse a Mosè: "Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me. Ora va’, conduci il popolo là dove io ti ho detto. Ecco il mio angelo ti precederà; ma nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato". 

Il Signore percosse il popolo, perché aveva fatto il vitello fabbricato da Aronne”.

 

- Versione del Deuteronomio

Dt 5,1-33 – Alleanza dell’Oreb da custodire nel Paese

Mosè convocò tutto Israele e disse loro: "Ascolta, Israele, le leggi e le norme che oggi io proclamo dinanzi a voi: imparatele e custoditele e mettetele in pratica…

Badate dunque di fare come il Signore vostro Dio vi ha comandato; non ve ne discostate né a destra né a sinistra; camminate in tutto e per tutto per la via che il Signore vostro Dio vi ha prescritta, perché viviate e siate felici e rimaniate a lungo nel paese di cui avrete il possesso”.

 

Dt 9,1-29 – Rinnovamento dell’Alleanza all’arrivo nel Paese, memoria della fedeltà di Dio

Ascolta, Israele! Oggi tu attraverserai il Giordano per andare a impadronirti di nazioni più grandi e più potenti di te, di città grandi e fortificate fino al cielo, di un popolo grande e alto di statura, dei figli degli Anakiti che tu conosci e dei quali hai sentito dire: Chi mai può resistere ai figli di Anak? Sappi dunque oggi che il Signore tuo Dio passerà davanti a te come fuoco divoratore, li distruggerà e li abbatterà davanti a te; tu li scaccerai e li farai perire in fretta, come il Signore ti ha detto. 

Quando il Signore tuo Dio li avrà scacciati dinanzi a te, non pensare: A causa della mia giustizia, il Signore mi ha fatto entrare in possesso di questo paese; mentre per la malvagità di queste nazioni il Signore le scaccia dinanzi a te. No, tu non entri in possesso del loro paese a causa della tua giustizia, né a causa della rettitudine del tuo cuore; ma il Signore tuo Dio scaccia quelle nazioni dinanzi a te per la loro malvagità e per mantenere la parola che il Signore ha giurato ai tuoi padri, ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe. Sappi dunque che non a causa della tua giustizia il Signore tuo Dio ti dà il possesso di questo fertile paese; anzi tu sei un popolo di dura cervice…”. 

 

Da parte di Dio c’è infinita pazienza e fedeltà alla sua Alleanza con questa gente. La rinnova proponendo le medesime leggi, non le cambia, non le attenua, ma si rende Lui stesso in qualche modo garante che potranno essere osservate.

 

- Nella TRADIZIONE della Chiesa

Fedele alla Scrittura e in conformità all’esempio di Gesù, la Tradizione della Chiesa ha riconosciuto al Decalogo un’importanza e un significato fondamentali. A partire da sant’Agostino, i “dieci comandamenti” hanno un posto preponderante nella catechesi dei futuri battezzati e dei fedeli. Nel secolo XV si prese l’abitudine di esprimere i precetti del Decalogo in formule in rima, facili da memorizzare, e positive. Sono in uso ancor oggi. I catechismi della Chiesa spesso hanno esposto la morale cristiana seguendo l’ordine dei “dieci comandamenti”. 

La divisione e la numerazione dei comandamenti hanno subito variazioni nel corso della storia. Il “CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA” segue la divisione dei comandamenti fissata da SANT’AGOSTINO e divenuta tradizionale nella Chiesa cattolica.

 

Esodo 20,2-17

Deuteronomio 5,6-21

Formula catechistica 

Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù.

Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di

Egitto, dalla condizione servile.

Io sono il Signore, tuo Dio:

Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.

Non avere altri dèi di fronte a me...

1. Non avrai altro Dio fuori di me.

Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.

Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio...

2. Non nominare il nome di Dio invano.

Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei

Osserva il giorno di sabato per santificarlo...

3. Ricordati di santificare le feste

giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.

 

 

Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio.

Onora tuo padre e tua madre...

4. Onora tuo padre e tua madre

Non uccidere.

Non uccidere.

5. Non uccidere.

Non commettere adulterio.

Non commettere adulterio.

6. Non commettere atti impuri.

Non rubare.

Non rubare.

7. Non rubare.

Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

8. Non dire falsa testimonianza.

Non desiderare la casa del tuo prossimo.

Non desiderare la moglie del tuo prossimo.

9. Non desiderare la donna d’altri.

Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.

Non desiderare... alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.

10. Non desiderare la roba d’altri.