Prometto di:
accogliere il proposito di un cammino continuo in Comunità, per la crescita della carità verso Dio e verso il prossimo, e pertanto di verificare periodicamente con un incaricato i miei impegni di consacrato.
Dalla S. Scrittura:
“ Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48). “Nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri” (Ef 5,21).
Dallo Statuto:
2.5.1) “Ogni consacrato è chiamato a favorire la vita comunitaria, a dare il suo contributo per creare un clima di fraternità, a sentirsi responsabile della fedeltà dei fratelli. Ci si sostenga e incoraggi sempre, sia con l’esempio nel coltivare le virtù, sia con la fedeltà agli impegni assunti, sia con la preghiera assidua e vicendevole”.
2.5.2) “Tutti insieme, pur diversi per età, cultura, carattere, doni e relativi stati di vita, si è chiamati alla santificazione: ogni consacrato ami la Comunità donata da Dio che lo aiuta a corrispondere alla propria vocazione e compia puntualmente ogni incarico affidatogli. È necessario vedere sempre nei responsabili coloro che fanno le veci del Signore, e nella sottomissione a loro – che governano secondo queste norme comunitarie – il mezzo per vivere quella donazione a Dio cui ci si è impegnati con la consacrazione. Il rapporto dei consacrati con i responsabili sia fondato sul comandamento della carità e regolato dallo spirito di obbedienza, perciò quanto è richiesto si esegua con gioia, con fedeltà e con prontezza. Anche in questo rapporto, è il Signore solo che si deve cercare. Ai consacrati si chiede discrezione e riservatezza su tutto ciò che riguarda la vita interna della Comunità”.
2.5.3) “Si sia coscienti che una vera testimonianza richiede a ciascuno una seria preparazione, una formazione permanente e un impegno concreto di tutte le proprie capacità”.
2.2) “La consacrazione avviene in modo definitivo durante la Celebrazione Eucaristica, in occasione di ritiri o di convocazioni generali della Comunità, con la proclamazione della formula di consacrazione davanti al Sacerdote, al padrino/madrina e ai fratelli, e con la sottoscrizione all’altare della stessa formula e dei propri impegni; sottoscrivono il documento anche il Sacerdote e il padrino/madrina. La consacrazione introduce a pieno titolo nella Comunità”.
Riflessione:
- prometto di accogliere il proposito di un cammino continuo in Comunità, per la crescita della carità verso Dio e verso il prossimo,…
Gli impegni che la Comunità propone non possono, ovviamente, esaurire il cammino alla sua Presenza verso la beatitudine eterna. Essi sono il segno della decisione e dell’impegno per una totale appartenenza a Lui. Accontentarsi e fermarsi vuol dire rinunciare alla crescita, “rinunciare alla meta”. Il cercare di riprendersi sempre alla Divina Presenza, vincendo ogni dispersione, fa esperimentare fin da ora la pura Gioia di Dio, come dice il salmo 15,11: “Gioia piena nella Tua Presenza”. Dopo la consacrazione, quindi, si tratta di continuare la propria crescita umana e spirituale con la pratica di ciò a cui si è impegnati, superando le inevitabili prove specialmente dell’abitudine, della pigrizia e della stanchezza. In una progressiva consapevolezza, la risposta aumenta in profondità: più si ama più si corrisponde e si progredisce nel combattimento e nella gioia.
Un aiuto nel proprio cammino di crescita sono le revisioni periodiche, perché ricordano che si deve rispondere della propria vita al Signore e ai fratelli; esse possono essere:
- personali, in occasione di ritiri e alla domenica per verificare la settimana trascorsa e prevenire con la preghiera la nuova settimana;
- con il padrino/madrina o un incaricato, nei tempi penitenziali ed eventualmente nei momenti di fatica e di prova;
- comunitarie, indicativamente durante le convocazioni generali o di cenacolo.
In generale fare una verifica vuol dire guardare come si è vissuto il passato, formarsi una determinazione per orientarsi al futuro e già agire nella prospettiva desiderata.
- e pertanto di verificare periodicamente con un incaricato i miei impegni di consacrato.
Il sesto impegno ricorda di verificare periodicamente, almeno una volta all’anno nei tempi “forti” dell’Avvento e/o Quaresima, gli impegni della consacrazione a Dio in Comunità. Lo si ritiene molto importante per la crescita umana, morale e spirituale di ogni membro. Si tratta di iniziare a vivere una fraternità concreta, un reciproco aiuto; in questo cammino, gradualmente, si esperimenta che il fratello, “dono di Dio, è costantemente presente e per suo tramite l’amore di Dio raggiunge, coinvolge e introduce nel suo stesso amore”. Si ritiene sia importante accogliere questo impegno come un ulteriore aiuto nel cammino spirituale e si sta valorizzandolo con incontri specifici (v. Notiziario n. 83 pagg. 31-35 e n. 84 pagg. 24-28).
Il padrino (o la madrina) rappresenta e deve servire quell'aiuto fraterno che la Comunità è chiamata a dare ad ogni suo membro. Egli si affianca al consacrato e lo aiuta in una revisione personale della sua vita consacrata, davanti alle esigenze semplici ma assolute del Vangelo sapendo che l'intervento dei padrini, sia per il sacramento del Battesimo e della Cresima, sia nel nostro caso per l'ingresso in Comunità, indica che nella Chiesa tutti sono interessati alla sua espansione e a concorrervi con la loro testimonianza.
È necessario che i consacrandi pensino seriamente alla scelta del padrino o madrina e che il padrino o madrina pensino seriamente se accettare o meno l'impegno. Non si può accettare che l’impegno assunto come padrino o madrina di un consacrato sia un fatto puramente formale e non incida nella vita. Può essere che il consacrato passi dei momenti di prova, di crisi anche sulla sua vocazione, che abbia tentazioni di scoraggiamento e si adagi in una tiepidezza colpevole. Il padrino (o la madrina) non può disinteressarsene: deve certo moltiplicare la sua preghiera. Se, come è da augurarsi, si è stabilito tra lui e il consacrato un rapporto di amicizia spirituale, si dovrà anche, con la correzione fraterna e con tutti quei mezzi che la carità può suggerire, stimolare il fratello a reagire con generosità a qualche delusione o scoraggiamento, a impegnarsi con maggior fedeltà nella vita comunitaria, ad intensificare la propria preghiera per riprendere coscienza della sua consacrazione a Dio.
Domande:
- Essere consacrato a Dio, non vuol dire che "noi" ci doniamo a Dio, ma che "Dio" ci vuole per Sé: Egli è la nostra salvezza. Desideri impostare la vita in modo nuovo?
- Ti rendi conto che Dio chiamandoti ha in serbo per te delle grazie veramente efficaci per risponderGli?
- Senti indispensabile l'aiuto di un fratello/sorella che ti affianchi e ti consigli per dare fedeltà al Signore nel cammino in cui ti chiama a seguirlo?
Riferimenti:
- Scheda n. 20 per la formazione aspiranti.
- Verifica comunitaria Notiz. 69 pag.